Quella che segue non è una relazione tipica di un'esperienza di laboratorio, ma il semplice resoconto dell'attività.
Materiali, strumenti e scema dell'apparato sono i medesimi dell'esperienza precedente.
Scopo di questa semplice esperienza è di verificare sperimentalmente quanto troviamo attraverso i calcoli relativamente all'equilibrante di un corpo rigido vincolato ad un asse di rotazione.
Procederemo sospendendo un'asta ad un punto che si trova a 16 cm da un estremo e a 24 cm dall'altro.
Viene applicata all'estremità sinistra una massa m1=70g e all'estremità destra una massa m2=20 g.
L'asta ha una massa m3=90,4g
Dunque le forze che producono rotazione sono tre:
F1: il peso a destra
F2: il peso a sinistra
F(asta): il peso dell'asta
Queste forze producono i seguenti momenti:
M1(o)= m1*g*b(1)= 70*10–3*9,8*16= 11,0 Ncm
M2(a)= m2*g*b(2)= 20*10–3*9,8*24=4,7Ncm
M3(a)= m3*g*b(3)= 90,4*10–3*9,8*4= 3,54Ncm
NB: i momenti sono calcolati moltiplicando la forza peso per i relativo braccio: ricordiamo che il peso (espresso in Newton) si ottiene moltiplicando la massa (espressa in kilogrammi) per 9,8 che è l'accelerazione di gravità sulla terra.
Quindi abbiamo un momento risultante
Mr(o)= M1(o) - M2(a) - M2(a) = 2,73Ncm
A questo punto cerchiamo di tenere in equilibrio orizzontale l'asta applicando una forza F4 (che misura direttamente con un dinamometro di sensibilità 1 gp) su un punto che sta a 20 cm a destra dal centro di rotazione
Ecco la misura letta sul dinamometro: sono fra tredici e quattordici divisioni.
Verifichiamo con i calcoli questo risultato sperimentale, calcolando il momento di F4
Me(a) = F4*b(4) = 14*9,8*20 = 2,74Ncm
Che è in effetti proprio il momento necessario a neutralizzare Mr(o).
Abbiamo quindi alla fine un momento zero e ciò costituisce la verifica sperimentale che la tecnica di calcolo utilizzata è corretta.